Il mercato della vendita di rottami e delle parti di ricambio usate per autoveicoli e motoveicoli, è sempre vivo e si anima ogni giorno, grazie al recupero di vetture e moto dismesse in ogni parte d’Italia.
Rappresenta un vero e proprio business per le aziende di demolizioni o sfasciacarrozze, come si suol dire di tali attività. Tali siti autorizzati dai diversi comuni al servizio di autodemolizione, recuperano in tal modo le materie prime, vendibili sul mercato come rottami ferrosi o pezzi di ricambi usati – quest’ultimi molto richiesti da automobilisti e motociclisti, specie per veicoli di lunga data.
Si parte da un investimento iniziale, per il trasporto auto e il trasporto moto come servizi che vengono offerti dall’autodemolitore, per poter recuperare le vetture e le moto inutilizzabili.
Lo sfasciacarrozze è in grado di effettuare tramite carroattrezzi o veicoli adeguati, un servizio di trasporto dei veicoli in modo veloce, raccogliendoli a domicilio e trasportandoli presso il sito di demolizioni.
Spesso, tali trasporti sono consigliati in ogni caso, quando le auto o moto siano oggetto di sinistri per cui s’impone il soccorso stradale – in determinati casi, infatti, è utile solo dirottare il carroattrezzi direttamente verso gli sfasciacarrozze!
Sono circa 2 milioni all’anno gli autoveicoli e motoveicoli che finiscono nelle “grinfie” degli sfasciacarrozze, per essere riutilizzati sotto altre forme, a vantaggio dell’economia e dell’ecologia.
Il riciclo delle auto e moto usate permette di recuperare ferro e acciaio, rame e alluminio, così come altri materiali ferrosi che compongono la carrozzeria.
Inoltre, nella rottamazione auto e moto emergono anche delle parti in plastica, gomma, vetro o in pelle, che possono avere una seconda vita, in base alle possibilità di recupero.
Tali attività sono incoraggiate anche dalle pubbliche direttive come quelle dell’Unione Europea, che impone degli obiettivi di riciclo materiali sempre più elevati e garantisce ecoincentivi per le attività di recupero parti di ricambio e autodemolizioni.
Molte auto finiscono il loro tragitto dagli autodemolitori: dopo un ultimo trasporto auto e moto di ogni marca e modello raggiungono il loro “cimitero”, per risorgere a nuova vita, potendo usare un’azzardata metafora.
Si va dagli autobus agli autocarri e camion, macchine agricole, fino ad autovetture utilitarie e motocicli d’annata. Come arrivano? Oltre alle auto incidentate, molte sono le vetture che sono trasportate dal carroattrezzi ma provengono… direttamente dal concessionario.
Una delle possibilità è legata agli incentivi che sopraggiungono da diversi concessionari auto. In diversi casi le pubblicità periodiche di tante case automobilistiche, offrono sconti e incentivi per la rottamazione della vecchia auto, che si può ben demolire in cambio di una nuova vettura a costi convenienti.
In tali casi, il trasporto auto è a carico dei concessionari ed è stato stimato che, tale stratagemma, compone il del 90% dei casi di vendita nuove autovetture.
Il vecchio rottamatore con il suo sfasciacarrozze al limite della legalità, è un’immagine ormai antica e del tutto sbagliata. Ad oggi molte aziende di demolizione veicoli, trattando un vero e proprio business fatto di sistemi di sicurezza e rispetto ambientale nelle demolizioni, nella rivendita delle parti di ricambio usate e nelle procedure per il trasporto auto e moto.
In tali casi, infatti, il recupero dei veicoli a domicilio del cliente avviene di regola in modo veloce, con un ritiro rapido, solitamente a costo zero! La maggior parte dei demolitori offre il servizio di trasporto auto o trasporto moto gratuitamente, come incentivo ulteriore per la rottamazione.
Solo nella regione Toscana, è stato siglato un accordo per cui è necessario richiedere un compenso per il trasporto veicoli, di circa 80 euro.
Ogni pratica di radiazione delle vetture dal P.R.A. viene curata con attenzione dai demolitori, che si occuperanno, dopo ogni disbrigo di pratiche, della gestione del magazzino dei ricambi usati, garantendo qualità e costi convenienti.
Se il trasporto auto e moto è gratis, i costi per il servizio di demolizione veicoli è invece sottoposto ad un costo che comporta solo le spese per le pratiche burocratiche (Direttiva Europea 2000/53/CE).
Il costo zero per il proprietario viene compensato, per lo sfasciacarrozze, dal business dovuto alla vendita del materiale ferroso e metallico, di cui sono costituiti i rottami che si ricavano dalla demolizione auto. Oltre, ovviamente, alla vendita dei pezzi di ricambio usati.
La vendita dei rottami è sempre conveniente, anche se il mercato ciclicamente può avere alti e bassi, che dai fasti degli anni passati, date le richieste del mercato orientale, negli ultimi tempi ha raccolto un’inflessione: i prezzi dei rottami sono passati da 100 a 40 dollari alla tonnellata in pochi anni.
Un business che si inserisce anche a livello internazionale, quindi, seguendo l’andamento delle materie prime e i loro costi.
In ogni caso, il recupero di vetro, pneumatici, plastiche e materiali gommosi, garantisce sempre un minimo ritorno, specie sui grandi numeri del traffico di auto rottamate nei grandi centri urbani.
La ricambistica usata costituisce, comunque, un settore sempre vivace, sia per la vendita ai privati che agli autoriparatori.
Questo giro d’affari che si basa anche sulle auto incidentate che, con il servizio di soccorso stradale, arrivano direttamente dallo sfasciacarrozze per essere smantellate – rendendo al rottamatore addirittura il doppio di quanto si è pagato per il ritiro del veicolo, nel caso in cui invece, il carroattrezzi per il trasporto auto e moto sia del rottamatore stesso.
In alcuni casi, sono presenti persino delle vendite online dei ricambi usati, gestiti dagli autodemolitori in grado di gestire il magazzino e le vendite in modo rapido. Spesso questi impianti di demolizione sono dotati di un reparto per le riparazioni, revisioni e compravendita usato in modo organizzati.
È importante affidarsi ad un centro di rottamazione auto o sfasciacarrozze, che sia passato attraverso un iter burocratico attento, come prescrive la legge.
La gestione dei veicoli fuori uso è stata disciplinata dalla suddetta Direttiva Europea, recepita in Italia tramite il D.L. 209/2003 (integrazioni del D.L. 86/2006) ma che prevede diversi vincoli e controlli da parte delle province.
In ogni caso, una volta ottenuta l’autorizzazione provinciale, è necessario anche il parere vincolante del comune dove si intende realizzare l’impianto, con richiesta di licenza comunale per le attività insalubri di I classe e il Piano Regionale di smaltimento rifiuti speciali.
Sono inoltre, necessarie delle autorizzazioni per le aree coperte di stoccaggio rifiuti pericolosi, ricambi e trattamento veicoli. Insomma, un iter che però garantisce norme di sicurezza e minimi impatti ambientali e acustici possibili, oltre al rispetto dei requisiti igienico-sanitari nelle aree di raccolta e trattamento rottami.
Il comune deve anche rilasciare un’autorizzazione per la vendita di ricambi usati: il business dello sfasciacarrozze non è semplice ma, una volta avviato, garantisce una nicchia di mercato sempre più