Sono tra le parole più cercate dagli automobilisti su internet. Il comportamento dell’italiano medio, quando si tratta di rispettare il codice della strada, è sempre molto discutibile. Come spesso si dice, “fatta la legge, trovato l’inganno”. Tuttavia, prima di prepararsi all’inganno, cosa che SosCar non caldeggia e suggerisce, è sempre meglio capire se ciò che stiamo facendo sia effettivamente legale o illegale. E’ vero che prendere le multe per eccesso di velocità è antipatico e talvolta molto gravoso in termini economici, ma è anche vero che le multe generate dalla presenza nel veicolo di un dispositivo rivelatore di autovelox ritenuto illegale, vanno da € 808, ad € 3238, oltre la confisca del dispositivo stesso.
Diciamo che alcuni dispositivi sono legali ed altri no. L’art. 45 del codice della strada, al comma 9 bis stabilisce che:
É vietata la produzione, la commercializzazione e l’uso di dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalano la presenza e consentono la localizzazione delle apposite apparecchiature di rilevamento di cui all’articolo 142, comma 6, utilizzate dagli organi di polizia stradale per il controllo delle violazioni.
Dal dettato normativo si evince che l’illegalità di un dispositivo è data dalla esatta segnalazione della localizzazione di un dispositivo autovelox in funzione. Tutti quegli apparecchi che non consentono una localizzazione precisa dell’autovelox, ma che si limitano ad avvertire il guidatore della sua presenza in zona, attraverso ad esempio un segnalo acustico, fungono da strumento di segnalazione aggiuntivo rispetto alla segnaletica stradale. Difatti, una nota sentenza della Corte di Cassazione, la numero 3853 del 2014, ha focalizzato la sua attenzione sulla capacità o meno del dispositivo di geolocalizzare con precisione la posizione dell’autovelox. Nel caso sottoposto al suo giudizio, l’ispezione sul dispositivo aveva fatto emergere che lo stesso non riusciva a captare l’esatta presenza dell’autovelox, ne tanto meno se lo stesso fosse in funzione. Proprio per queste ragioni, la Corte ha accettato le ragioni avanzate dal ricorrente annullando la multa.
Pertanto, come abbiamo sottolineato all’inizio dell’articolo, non tutti i rivelatori di autovelox sono illegali. Solo quelli che ne segnalano con estrema precisione la presenza in funzione dello stesso.
Il navigatore satellitare ha fatto ormai la sua storia, visto che anche modelli auto dai prezzi contenuti lo hanno di serie. Tuttavia, la maggior parte dei modelli in commercio ha tra le sue funzionalità anche quella di segnalare le postazioni autovelox fisse presenti sulla rete stradale italiana. Con gli eventuali aggiornamenti che il conducente deciderà di fare, diventa uno strumento abbastanza utile.
Nell’era delle applicazioni non potevano mancare strumenti più o meno affidabili per la segnalazione di autovelox. Se possiedi un iPhone l’applicazione migliore e più scaricata nell’Apple store è sicuramente iCoyote, che suggerisci al conducente la presenza su strada di autovelox fissi e mobili. L’applicazione attinge le informazioni da una comunità di automobilisti che segnalano continuamente la presenza di autovelox fissi o di autovelox radar montati “in giornata”. L’applicazione, grazie ad un software che analizza e combina tutte le informazioni date dagli appartenenti alla community, riesce a segnalare al guidatore l’esatta posizione, il limite di velocità oltre il quale scatta l’istantanea e quindi la multa e la tipologia di autovelox.
Molto diffusi in rete, i dispositivi anti-autovelox sono certamente gli strumenti di intercettazione più precisi. Vengono montati sul cruscotto o sul “muso” anteriore dell’auto con lo scopo di segnalare anche a distanza di diverse centinaia di metri la presenza di un autovelox fisso o mobile attraverso un segnale acustico.
Tra le varie opzioni ci sono anche i blinder. Dispositivi elettronici che hanno la capacità di “nascondere” l’auto a tutte le tipologie di autovelox. Il dispositivo in questione funziona attraverso lo stesso sistema con cui funzionano gli autovelox in circolazione. Una sorta di antidoto capace grazie a dei sensori infrarosso montati dietro la mascherina dell’automobile e collegati ad una centralina montata all’interno del veicolo, di disturbare il segnale dei laser e dei telelaser dell’autovelox attraverso un flash impedendo di conseguenza la rilevazione del veicolo.
La natura creativa dell’uomo lo porta ad ingegnarsi quanto più possibile per raggiungere il proprio scopo. Anche in questo caso, l’essere umano non ci ha deluso. Esistono, infatti, altri strumenti di “prevenzione” alla rilevazione della velocità da parte dell’autovelox. Non sono di natura propriamente elettronica ma di natura meccanica.
Targhe roteanti, targhe a tendina, targhe a scomparse fino ad arrivare ad opzioni molto più rudimentali ed artigianali quali targhe straniere, targhe alterate con nastro isolante e targhe infangate.
Le prime tre opzioni funzionano sulla base di un dispositivo meccanico che consente all’automobilista, attraverso un pulsante o una levetta montata generalmente nel vano posizionato vicino la leva del cambio, di cambiare la targa facendo ruotare all’interno quella intestata al proprietario del veicolo e mostrando all’esterno un’altra generalmente illeggibile. Oppure facendo calare una tendina metallica montata sopra la targa per coprirla alle telecamere del Tutor.
Le altre, quelle più rudimentali, non hanno bisogno di presentazioni. Tuttavia, noi di SosCar, vogliamo far notare che i furbetti che riescono a scamparla qualche volta, come dimostrano le notizie reperibili in rete, prima o poi vengono “pizzicati” con ripercussioni penali e amministrative anche molto gravi.
Il nostro consiglio è quello di rimanere sempre nella legalità ed ottemperare ai limiti di velocità fissati per legge. E se scappa la multa, pazienza! Meglio pagarla!