Una novità per l’anno nuovo, l’ha portata agli automobilisti e motociclisti italiani l’ultima sentenza della Corte di Cassazione, pubblicata il 20 dicembre scorso. L’argomento dibattuto è stato quello relativo alle multe da Autovelox, che sono una “croce” per chi spesso traffica strade ad alto scorrimento, senza rendersi conto di superare magari di poco i limiti di velocità.
I casi nei quali è possibile fare ricorso dopo il rilevamento della velocità, sono quelli in cui il verbale della multa non riporta gli estremi dell’ordinanza del Prefetto che autorizza l’installazione dei dispositivi Autovelox.
Sempre? C’è da distinguere tra i vari casi di rilevamento e di transito stradale, ma in alcuni il verbale della sanzione deve riportare questi dati, oppure la multa sarà da considerarsi incompleta e passibile di ricorso per essere annullata!
L’orientamento della giurisprudenza già si era indirizzato in tal senso, con precedenti pronunciamenti della Corte di Cassazione, a proposito delle multe da Autovelox che possono essere contestate.
La distinzione tra le varie tipologie di sanzioni amministrative, sono state ben delineate dalla legislazione.
Solo in alcuni casi, però, è possibile compiere una contestazione rispetto alle sanzioni, definite in base ai dati Autovelox.
Le multe all’interno dei centri urbani presentano un verbale che può considerarsi legittimo, quando l’apparecchio Autovelox viene installato sopra un cavalletto, in presenza di agenti di polizia. Questi, infatti, dovranno contestare l’infrazione fermando l’automobilista e recependo anche le possibili giustificazioni per cause di forza maggiore.
Nel caso di traffico su autostrade e strade extra-urbane, invece, non è obbligatoria la presenza degli agenti di polizia, quindi la multa verrà recapitata a casa senza possibilità di contestazione. Non è possibile, certo, fermare un automobilista durante un tragitto su strade ad alto scorrimento… solo nel caso, per esempio in cui sia fermo in attesa del soccorso stradale a Palermo, magari dopo una corsa con rilevamento autovelox, allora forse potrà chiarire le proprie posizioni!
Le strade urbane ad alto scorrimento sono, invece, oggetto di un dibattito a causa della loro natura “ibrida”. È proprio su uno di questi casi si è pronunciata la Corte di Cassazione, fornendo la definizione legislativa per cui, quando si attiva l’Autovelox non è essenziale la presenza degli agenti. Però, e qui si è dibattuto, è necessaria sempre una preventiva autorizzazione del prefetto, che riporti l’esatta indicazione del posizionamento dell’Autovelox. Al chilometro esatto dove verrà installato!
In quest’ultimo caso, l’incompletezza di un verbale senza il decreto prefettizio, rende nulla anche la multa. La dicitura del decreto serve a verificare che le condizioni stradali siano tali da non consentire la contestazione immediata della multa per autovelox. Ovvero, come in autostrada!
Un verbale che manchi di tali indicazioni, annulla la multa conseguente, dato che l’installazione del dispositivo di rilevamento Autovelox risponde a delle esigenze di rilevamento per la tutela della circolazione, la prevenzione dei sinistri stradali o l’arrivo dei carroattrezzi; di certo, non deve essere una fonte di introiti per il comune della cittadina coinvolta, con zero possibilità di ribattere da parte del guidatore.
La famosa contravvenzione può essere, così, annullata
Si tratta dei suddetti casi in cui la presenza della polizia non è richiesta, ma il decreto del Prefetto serve a delineare l’esatto punto dell’installazione, per evitare abusi da parte delle forze dell’ordine.
La regola generale della contestazione immediata, fornisce al conducente la possibilità di difendersi in modo diretto e, quindi, l’eccezione è data solo quando le condizioni della strada sono tali da non consentire la fermata della vettura, moto o altro autoveicolo.
Si può installare, quindi, in modalità fissa, su strade che nel caso di fermata o inseguimento, presenterebbero un pericolo per la circolazione, come alcuni tratti di Tangenziale nelle grandi città di Roma o Milano.
Anche altre sentenze si erano espresse dalla Corte di Cassazione in tal senso, indicando la mancata indicazione del decreto del prefetto come vizio di motivazione, all’interno della multa.
Un vizio che pregiudica il diritto di difesa dell’automobilista o motociclista, non rimediabile nella fase di opposizione – ovvero non può essere risanato un verbale mancante, davanti al giudice!
Nel caso in questione presso la Cassazione, la violazione secondo l’articolo 142 del Codice della Strada (limiti di velocità), era stata rilevata tramite autovelox su una strada extra-urbana. Come ribadito, la mancata indicazione del decreto integrava un vizio di motivazione e non una semplice irregolarità formale.
Quindi, gli automobilisti o motociclisti in transito, avranno un’arma di difesa ulteriore ma, in ogni caso, dovranno fare i conti col contachilometri e con la sicurezza stradale.